2024 - Valle d'Aosta
Partiamo venerdì sera, dopo lavoro, per guadagnare tempo e poter iniziare la nostra esplorazione della Valle d'Aosta già sabato mattina. Percorriamo i 400 km di autostrada da Venezia a Quincinetto, dove usciamo per percorrere l'intera Valle d'Aosta lungo strade normali.
Proviamo a fermarci al parcheggio del Forte Bard, che sorge in corrispondenza del punto in cui la valle della Dora Baltea si stringe fino a diventare una gola, punto di accesso alla Valle d'Aosta, ma il troppo caldo (è il 2 agosto) ci costringe a spostarci più in quota. Superiamo l'abitato di Pontboset e dormiamo in un parcheggio (già individuato durante la programmazione della vacanza tramite Google Maps) nei pressi del ristorante La Louye Su La Goumba.
Sabato mattina ripercorrendo la strada a ritroso con la luce del giorno abbiamo modo di ammirare il caratteristico ponte sul torrente Ayasse (affluente della Dora Baltea) a Pontboset. Ci fermiamo a fare colazione a Verres per poi dirigerci verso la val di Cogne.
Val di Cogne
Dal fondo valle parte una facile passeggiata che permette di risalire al fianco delle cascate di Lillaz e ammirare i lunghi salti che generano grandi arcobaleni tra le rocce. La sera ci fermiamo a cenare e dormire presso un parchetto con parcheggio. Domenica mattina, prima di lasciare la valle, visitiamo l'acquedotto romano Pont d'Ael, un sottile ponte alto 66 metri costruito nel 3 a.C. che dimostra le incredibili capacità ingegneristiche dei romani.
Val Rhemes
Lasciata la val di Cogne ci dirigiamo verso la successiva (nel nostro ideale giro in senso orario della Valle d'Aosta) val Rhemes. Dopo aver individuato il posto dove dormire facciamo una facile passeggiata ammirando il lago, il mulino e le cascate di Pellaud. Queste ultime, non programmate, si rivelano, per la peculiare conformazione, ancora più belle delle più famose cascate di Lillaz viste il giorno precedente.
Colle del Piccolo San Bernardo
Dalla val Rhemes ci dirigiamo verso il Colle del Piccolo San Bernardo, avvistando per la prima volta il Monte Bianco in lontananza. Risaliamo la strada e arriviamo in un altopiano meraviglioso. Camminiamo intorno al lago Verney per poi spostarci in una zona più isolata per goderci una meravigliosa stellata.
Monte Bianco
Martedì mattina scendiamo dal Colle del Piccolo San Bernardo e superando Courmayeur arriviamo alla stazione Skyway Monte Bianco, da cui una funivia ci porta al rifugio Pavillon. Dal rifugio una seconda tratta ci porta fino a Punta Helbronner, a quota 3462, con un dislivello totale di 2166 metri. Da qui una spettacolare cabinovia, che percorre più di 5 km sopra il ghiacciaio del Gigante, ci porta alla martoriata Aiguille du Midi a quota 3842 m (più di 2 km e mezzo di dislivello dal punto di partenza...).
Questa sequenza di funivie ci permette di vedere da vicino tutte le varie guglie e pareti di cui ogni alpinista ha sentito parlare. Oltre alla calotta di ghiaccio che costituisce la cima vera e propria del Monte Bianco possiamo infatti ammirare i satelliti del Mont Blanc du Tacul, tra cui spicca l'affilato Grand Capucin, la vertiginosa parete nord delle Grandes Jorasses, lo spettacolare Dente del Gigante e, in lontananza, la catena dell'Aiguille Verte con il famoso Petit Dru.
Dormiamo in val Veny, sotto l'Aiguille Noire de Peuterey, che da fondo valle risulta schiacciata e quasi irriconoscibile rispetto alla visuale che ne abbiamo avuto dall'alto di Punta Helbronner.
Il giorno successivo il meteo è incerto, riusciamo a visitare l'aerea passerella sull'Orrido di Verney prima che inizi a piovere, poi ripieghiamo in una passeggiata a Courmayeur.
Val Ferret
Giovedì entriamo in Val Ferret, percorrendo la strada fino al divieto di accesso, in località Lavachey. Da qui con 350 metri di dislivello si raggiunge il rifugio Bonatti per poi scendere poco più a nord seguendo le indicazioni per "La Remisa". Stupenda vista sul versante est delle Grandes Jorasses.
Colle del Gran San Bernardo
Nel pomeriggio risaliamo la meravigliosa strada che sale al Colle del Gran San Bernardo. Mettiamo un piede in Svizzera e poi scendiamo di poco, trovando posto per cenare e dormire in un bello spiazzo sterrato e libero (finché dura...) a quota 2300 circa.
Venerdì risaliamo al passo, dove la statua di San Bernardo sorveglia il lago che segna il confine tra Italia e Svizzera. Dal museo dell'Ospizio del Gran San Bernardo, nel lato svizzero del passo, con circa 350 metri di dislivello verso nord si raggiunge un belvedere, che fino al 1986 era raggiungibile da una seggiovia monoposto, ora smantellata. Dal belvedere si gode di una ottima vista sul Monte Bianco e soprattutto sulle Grandes Jorasses.
Valtournenche
Sabato mattina prendiamo le funivie che da Breuil-Cervinia salgono lungo le propagini occidentali del Monte Rosa, per avere una visuale sulla famosa parete est del Cervino. Ci troviamo di fronte a scenari orribili, con pianori (il primo roccioso a quota 2900 circa, il secondo ghiacciato a quota 3400 circa) trasformati in cantieri, con piste da montain bike e da sci, circondate da ruspe, container e ferraglia di ogni tipo.
Non c'è alcun riguardo nemmeno verso il turista, che, per l'assenza di una terrazza panoramica dedicata, è costretto a vedere il Cervino e le Alpi svizzere circostanti attraverso funi e piloni. Noi riusciamo ad allontanarci un po' lungo una lingua di neve e, in prossimità del Colle del Teodulo, riusciamo a vedere il panorama circostante senza intralci.
Sabato sera ci gustiamo un'ottima cena valdostana al ristorante Chez Gorret e dormiamo nel parcheggio del parchetto di fronte. Domenica mattina concludiamo la nostra vacanza visitando il Gouffre des Busserailles, dove il torrente Marmore dopo un salto scorre lungo una stretta gola.