Matteo Basei

Appunti di viaggio.

2024 - Marocco

Per le ferie di natale e capodanno scegliamo come destinazione il Marocco. L'idea è di massimizzare il rapporto esoticità / distanza (e quindi impegno, sia economico che in termini di giorni di ferie). Dall'Italia infatti il Marocco dista solo tre ore di volo, ma è in Africa e l'antica cultura berbera e quella araba sono molto differenti dalla nostra.

Casablanca

26 dicembre    Troviamo un buon volo da Bologna a Casablanca, quindi iniziamo da qui la nostra esplorazione del Marocco. Forse, non fosse per il volo, non avremmo scelto di passare da qui, ma bisogna riconoscere che l'enorme Moschea di Hassan II, unica tappa della nostra visita alla città, da sola giustifica una tappa a Casablanca.

Camminiamo verso il faro El Hank osservando la moschea mano a mano che il sole tramonta. Torniamo verso la moschea, entriamo nella piazza e sbirciamo all'interno, sovrastati dalle enormi porte e dall'altissimo minareto.

La moschea di Hassan II.
La moschea di Hassan II.

27 dicembre    Dopo la colazione e il checkout lasciamo l'auto in hotel per tornare alla moschea, questa volta per una visita all'interno.

Marrakech

Terminata la visita alla moschea torniamo in hotel a recuperare l'auto e partiamo in direzione Marrakech. All'altezza di Machraa Ben Abbou, circa a metà strada tra Casablanca e Marrakech, usciamo dall'autostrada. Passiamo i paesi di Skhour Rehamna e Sidi Bou Othmane, dove ci fermiamo per comprare della frutta.

Arriviamo a Marrakech nel tardo pomeriggio.

28 dicembre    Entriamo nella medina attraverso la porta Bab Doukkala e ci immergiamo subito nel suq di Marrakech. In questa zona, distante dalla piazza principale e dal turismo, restiamo subito affascinati dagli stretti vicoli costellati di piccole e caratteristiche botteghe.

La medina di Marrakech.
La medina di Marrakech.

Continuiamo ad attraversare la medina verso est fino alla medersa di Ben Youssef, ex scuola coranica finemente decorata.

Decorazioni della medersa di Ben Youssef.
Decorazioni della medersa di Ben Youssef.

Scendiamo verso sud fino alla piazza Jamaa el Fna, troppo turistica per i nostri gusti. Passiamo oltre e andiamo a visitare il palazzo El Bahia e poi i resti del palazzo El Badi.

I resti del palazzo di El Badi.
I resti del palazzo di El Badi.

Concludiamo il nostro tour di Marrakech alla moschea della Koutoubia. Finalmente abbiamo modo di assaggiare il famoso msemen (buonissimo!) venduto da una signora per strada. Ceniamo all'interno della medina, al Broc The Kasbah, per poi ritornare alla Bab Doukkala per rientrare in hotel.

Tizi n'Tichka

29 dicembre    Lasciamo Marrakech e ci dirigiamo verso l'interno del Marocco. Superiamo la catena montuosa dell'Atlante attraverso il passo Tizi n'Tichka, che attraversiamo con il brutto tempo, sotto una forte nevicata. Questo ci impedisce di gustarci il panorama, ma tutto sommato diventa un'esperienza che arricchisce il nostro viaggio.

Tamdakhte

Superiamo Ait Ben Haddou, che visiteremo la mattina successiva e arriviamo abbastanza presto a Tamdakhte, dove abbiamo prenotato lo stupendo riad Tamdakhte. Scopriamo che a pochi passi dal riad c'è una vecchia kasbah in rovina che visitiamo prima di cena.

Le rovine della kasbah di Tamdakhte.
Le rovine della kasbah di Tamdakhte.

Ait Ben Haddou

30 dicembre    La mattina successiva come previsto visitiamo la famosa Ait Ben Haddou. Sarà un po' per il meteo (è nuvoloso), un po' per il troppo turismo (la gran quantità di visitatori e di negozi di souvenir) e un po' per il fatto che l'edificio centrale è lasciato completamente in rovina, ma tutto sommato portiamo a casa un ricordo più bello della meno famosa kasbah di Tamdakhte vista il giorno precedente.

Ait Ben Haddou.
Ait Ben Haddou.

Nel pomeriggio ci dirigiamo verso Ouarzazate. Passiamo, giusto per dire "ci sono passato", di fronte ai famosi Atlas Studios, che però non suscitano in noi, magari a torto, un interesse tale da dedicarci tempo e denaro per una visita. Proseguiamo oltre e ci dirigiamo verso le gole di Dades.

Gole di Dades

Le formazioni rocciose delle gole di Dades, note come "dita delle scimmie" sono davvero particolari, ma siamo costretti a fare solo una breve passeggiata perché il meteo non è dei migliori.

La gestione del posto è quantomeno discutibile. Alcuni individui, con la tipica insistenza, si offrono di accompagnarci e lungo il percorso vediamo chiari segni di "sabotaggio", come sentieri che finiscono nel nulla e passaggi opportunamente occultati. C'è pure un piccolo ponte di legno rimosso che costringe un lungo e difficilmente individuabile giro per passare oltre il piccolo corso d'acqua interposto tra la strada e le rocce. Inoltre, soprattutto in prossimità del parcheggio, gli accumuli incontrollati di immondizia (ahimè, anchessi tipici) la fanno da padrone. È un peccato perché, con un po' di pulizia e un sentiero ben tracciato, avremmo pagato volentieri un biglietto per accedere all'area.

Le peculiari formazioni rocciose delle gole di Dades.
Le peculiari formazioni rocciose delle gole di Dades.

Nel tardo pomeriggio arriviamo a Tinghir dove ceniamo e dormiamo alla maison d'hotes Retour Au Calme, che non ci sentiamo di consigliare né per la posizione (alla periferia di Tinghir, in una zona non certo entusiasmante), né per la gestione (stanza fredda, doccia non proprio caldissima, luce che salta).

Gole di Todra

31 dicembre    Da Tinghir ci dirigiamo verso nord attraversando un bel palmeto che termina all'ingresso delle gole di Todra. Procediamo prima in auto lungo la strada in cemento che si snoda all'interno delle gole, poi torniamo nei pressi dell'ingresso, nella zona in cui le pareti sono più alte e la gola più stretta, e percorriamo a piedi questo tratto sovrastati da vertiginose pareti rosse.

Le vertiginose pareti delle gole di Todra.
Le vertiginose pareti delle gole di Todra.

Ripercorriamo a ritrovo la strada verso sud fino a Tinghir e da lì prendiamo la strada verso Erfoud, a est, verso l'entroterra marocchino e il deserto. In questo tratto facciamo il nostro primo incontro con la sabbia dei primi timidi accenni di dune e con i dromedari che pascolano liberamente ai margini della strada.

Poco prima di Fezna ci fermiamo lungo la strada attirati da alcuni piccoli ammassi di terra chiaramente artificiali. Sono le bocche dei pozzi che permettono l'accesso ai canali artificiali chiamati khettara, che prelevano le acque delle sottostanti falde acquifere.

Erg Chebbi

Da Erfoud prendiamo la strada che scende verso sud per arrivare ad Hassilabied e Merzouga, i due centri abitati di fronte all'erg Chebbi, caratterizzato da enormi dune di sabbia, che, con nostro stupore, avvisitiamo con largo anticipo già dalla strada. Arriviamo giusto in tempo per gustarci il tramonto che incendia le dune. Ceniamo e festeggiamo così il nostro capodanno alla kasbah Azalay.

1 gennaio    La mattina successiva veniamo portati con dei dromedari tra le dune. Torniamo da soli a piedi, un po' per assaporare con più calma l'insolito ambiente e un po' perché uno dei dromedari mi ha morso! Nel pomeriggio riprendiamo la macchina e procediamo verso sud, verso Ouzina, per vedere un po' di deserto fuori dalle principali rotte turistiche.

Torniamo al kasbah Azalay e montiamo in jeep per attraversare l'erg verso est e raggiungere le tende dove ceneremo e passeremo la notte (31°05'37"N 3°57'37"W). Prima di cena riusciamo a fare una camminata tra le dune, che ripetiamo poi il mattino seguente all'alba.

Una delle dune più grandi dell'erg Chebbi all'alba.
Una delle dune più grandi dell'erg Chebbi all'alba.

2 gennaio    Dopo l'alba tra le dune rimontiamo in jeep e torniamo ancora una volta al kasbah Azalay per la colazione.

Gole dello Ziz

Da Merzuga ripercorriamo la strada fino a Erfoud e da lì continuiamo verso nord, seguendo le indicazioni per Al-Rashidiyya. Costeggiamo il lago artificiale Al Hassan Addakhil ed entriamo nelle gole del fiume Ziz. Arriviamo nel tardo pomeriggio alla kasbah dove dormiremo, facciamo una passeggiata intorno al paese, tra enormi pareti rosse e sotto gli occhi attenti degli abitanti, incuriositi dalla nostra presenza.

3 gennaio    Facciamo colazione e aspettiamo che il sole sorga dalle pareti delle gole.

Lasciamo le gole dello Ziz e ci dirigiamo verso Azrou.

Azrou

Percorriamo strade in mezzo al nulla che ci ricordano un po' l'Arizona, interrotte da zone più collinari in cui ci capita anche di attraversare piccole foreste di cedri, tipici di questa zona.

Durante una breve sosta poco a sud di Timahdite ci imbattiamo per caso in un caratteristico corso d'acqua che scorre nascosto all'interno di un piccolo canyon scavato su scure rocce vulcaniche, in mezzo ad un'ampia radura terrosa percorsa da numerosi greggi di pecore (33°08'46"N 5°03'24"W).

Poco prima di giungere a destinazione, alla maison d'hotes Atgal, poco a sud di Azrou, attraversiamo un fitto bosco che per un attimo ci ricorda gli ambienti di bassa montagna di casa nostra. Un gruppo di bertucce, una specie di macaco, ormai a proprio agio ad interagire con i turisti lungo la strada, ci riporta subito alla realtà.

Meknes

4 gennaio    Il mattino successivo, dopo colazione, riprendiamo il viaggio puntanto a Meknes. Troviamo un comodo parcheggio lungo le mura e iniziamo la visita della città dalla famosa Bab Mansour, che però troviamo parzialmente ricorperta da impalcature per restauro. Visitiamo il mausoleo di Moulay Ismail. Costeggiamo lungamente le enormi mura fino alle Scuderie Reali, anch'esse chiuse per restauro. Diamo una sbirciata al Royal Golf di Meknes. Entriamo nel caratteristico Marche Couvert, dove acquistiamo un po' di prodotti locali (spezie, the e biscotti marocchini).

Il reparto macelleria del caratteristico Marche Couvert.
Il reparto macelleria del caratteristico Marche Couvert.

Visitiamo il museo della musica Dar Jamai, ospitato in uno dei palazzi più riccamente decorato visti durante il nostro viaggio. Usciti dal museo attraversiamo la piazza Lahdim e chiudiamo il cerchio ripassando di fronte alla Bab Mansour.

Rabat

Da Meknes ci dirigiamo verso la capitale, Rabat, dove arrivamo nel tardo pomeriggio. Come per Casablanca e Marrakech anche in questa città optiamo per un hotel, l'Imperial Boutique Hotel, più che altro per essere vicino al centro e avere un comodo parcheggio incluso. La sera ceniamo poco vicino, al Sufra Restaurant, dove ci concediamo un'abbondante cena "moderna" (mediorientale) dopo parecchi giorni passati a tajine (buonissimi, ma sempre molto simili) nei riad dove abbiamo dormito.

5 gennaio    Iniziamo la nostra visita di Rabat scendendo fino all'articolata scogliera sull'oceano, procedendo poi verso est, oltrepassando il faro e arrivando fino alla spiaggia di Rabat.

Gli scogli di fronte all'oceano a Rabat.
Gli scogli di fronte all'oceano a Rabat.

Da qui saliamo alla caratteristica Kasbah des Oudayas che attraversiamo e da cui usciamo attraverso la Bab Oudayas, considerata una delle più belle porte dell'architettura marocchina.

Bab Oudayas.
Bab Oudayas.

Poco più a sud entriamo nei giardini andalusi, per poi attraversare il suq fino al belvedere lungo il fiume Bou Regreg che divide Rabat da Salé, da cui possiamo ammirare l'avveniristico Gran Teatro di Rabat e la torre Mohammed VI, il grattacielo più alto del Marocco (55 piani, 250 metri di altezza).

A pochi metri dal belvedere troviamo l'ingresso al complesso dell'incompiuta moschea di Hassan. La Torre di Hassan, anch'essa incompleta (44 metri sugli oltre 80 previsti), svetta mestamente sull'enorme piazzale costellato dalle basi delle colonne che avrebbero dovuto sostenere la moschea. Visitiamo l'adiacente Mausoleo di Mohammed V per poi tornare all'hotel a recuperare la macchina.

Concludiamo la nostra visita di Rabat con un rapido picnic nel curatisismo prato all'estremo sud-ovest delle Corniche di Rabat, dove salutiamo l'oceano, prima di dirigerci verso l'aeroporto di Casablanca per chiudere il cerchio e tornare a casa.

Al parcheggio di fronte all'aeroporto troviamo un bellissimo Unimog camperizzato... che sia un segno riguardo al nostro prossimo viaggio in Marocco?

Unimog camperizzato all'aeroporto di Casablanca.
Unimog camperizzato all'aeroporto di Casablanca.

6 gennaio    Sveglia presto (prestissimo) per arrivare in aeroporto alle 5 e prendere il volo alle 7.